Counselling professionale a mediazione corporea
“Il Counsellor a mediazione corproea ad indirizzo bioeneretico diventa professionale dopo aver approfondito le sue conoscenze sull'Analisi Bioenergetica e sul Counselling e dopo aver acquisito un ulteriore strumento di lavoro che è il Focusing. Il Counsellor non è abilitato all’esercizio della psicoterapia”.
(http://www.siab-online.it/home.aspx)
Si può dire che il counsellor a mediazione corporea specializzato, ad indirizzo bioenergetico, può operare nella relazione di aiuto tra due persone, attenendosi alle norme elaborate dal CNCP (Coordinamento Nazionale Counsellor professionisti) di cui la S.I.A.B è membro fondatore e al rispetto del codice etico- deontologico condiviso nelle regole condivise. Attualmente il Counselling tova una collocazione come disciplina normata, nella Legge n.4 del 14 Gennaio del 2013 (anche se molto in ritardo) rivolta a disciplinare le professioni non regolamentate tra le quali anche quella del Counsellor. Legge che potrebbe uniformarci al mondo anglosassone (Inghilterra, Australia, America, Neozelandia, Gran Bretagna) dove da tempo il counselling è una professione riconosciuta e regolamentata. In questi paesi ad esempio, in tutte le Università è presente la figura del counsellor, a disposizione sia degli utenti, che dei docenti e dei genitori, per fornire supporto nelle decisioni di carriera o nei momenti di difficoltà durante l’iter formativo.
Del resto il counselling, trova le sue origini all’inizio del novecento proprio in America, superando l’aspetto vocazionale, di carità fin ad allora avuto (le prime forme di assistenza ai poveri furono di ordine ecclesiastico e risalgono al 1625/1633 fondate da San Vincenzo De Paoli, ecclesistico francese) per divenire attività di sostegno riconosciuto presso l’APA (American Psycological Association 1892) con orientamento vocazionale, lavorativo e scolastico, la psicologia delle differenze individuali, il sostegno e il reinserimento a favore dei reduci della prima e seconda guerra mondiale. L’assistenza pubblica pur essendosi sviluppata a partire dalla Rivoluzione Francese nel 1789, solo nel 1900 nascerà come servizio sociale istituzionalizzato e come professione, la relazione d’aiuto nasce nel corso della storia del servizio sociale. Negli anni trenta Lo psicologo Rollo May, pubblica ‘l’arte del counselling’, ma la prima definizione ‘storica’ di counselling, è attribuile a C. Rogers, con La pubblicazione ‘Counseling and Psychotherapy’ (1942), che getta le basi della sua client-centered therapy e del movimento di psicologia umanistica. Un grande impulso allo sviluppo del counselling così come oggi viene comunemente concepito, è dovuto allo sviluppo della Psicologia Umanistica in America e alla nascita del cosiddetto ‘movimento per lo sviluppo del potenziale umano’. Grazie a Carl Rogers, uno dei dei maggiori esponenti, la visione passivizzante dell’uomo fornita fino ad allora (Psicanalisi/Comportamentismo), trova il superamento con una terza via: considerando l’essere umano come un agente di scelta libero e responsabile, come organismo caratterizzato da un funzionamento olistico e che, se l’ambiente è favorevole, tende alla sua autorealizzazione.
In questo cambio di paradigma, a partire dagli anni 60’prende l’avvio in America, una nuova politica e filosofia di intervento socio-sanitario; la promozione della salute. Si promuovono politiche di mantenimento della salute attraverso interventi correlati in termini di prevenzione, azioni educative e politiche socio-sanitarie. Si responsabilizza l’utente alla propria salute individuale e sociale. Il contributo di Rogers oltre alla questione del metodo, ha investito pienamente, la disputa sulla formazione alla professione psicoterapeutica (con l’annosa contrapposizione tra psichiatri di formazione medica e neonati psicologi) e al counselling (per il quale egli rivendicava una formazione specifica che potesse prescindere dalla preparazione psicologica tradizionale), lo sviluppo appunto di una teoria olistica e umanistica della personalità.
Tema ancora attualissimo, infatti leggo sulla rivista Grounding n.2-2013: “ la S.I.A.B, socio fondatore del CNCP, da sempre sostiene una politica formativa volta a qualificare il counselling come disciplina rigorosa e normata, distinguendola chiaramente dalla pratica psicologica, sia nella formazione, sia nell’esercizio della professione….La legge 4/2013 , per la prima volta in Italia riconosce a delle associazioni privatistiche, che non sono né ordini, né collegi, né enti morali, la funzione di garanzia e tutela del cittadino-cliente/utente, tradizionalmente propria dello Stato…’(Grounding, n.2-2013, p110, 112 Pietro Trentin). In questo contesto il CNCP vive un momento di cambiamenti; divenuta Associazione professionale di professionisti della relazione d’aiuto, nel suo doppio mandato sociale : a) rappresentare la categoria dei counsellor nei contesti istituzionali ( CoLAP, UNI – ente nazionale- italiano di unificazione, Ministero dello Sviluppo Economico, Enti europei); b) formare, qualificare, aggiornare, supervisionare i soci counsellor e la loro attività sul territorio nazionale. inoltre - ‘diffondere la cultura della relazione d’aiuto non sanitaria, facendo conoscere ed apprezzare la funzione del counselling in tutti quei contesti educativi e sociali che esprimono i bisogni di supporto alle persone e alle organizzazioni tramite il potenziamento delle risorse personali’(P.Trentin 114 n2/210.Pietro Tremntin è Counsellor professionista, socio formatore per i master in counseling di Roma, Napoli e Bologna, già socio ordinario del C.N.C.P è stato eletto l'8 giugno 2013 Segretario Generale del C.N.C.P)-.
…E’ sempre più evidente, quanto sia indispensabile che le associazioni mettano confini chiari e riconoscibili rispetto all’esercizio della professione del counselling e come già affermato, strutturino una formazione adeguata e continua, rivolta al counsellor professionista…
Non essendo una relazione amicale, di cura, di guida e consigli, la relazione d’aiuto si svolge dentro ad un processo strutturato; da un contratto, tempi, spazio, confini e fasi, finalizzati al riequilibrio generale della persona e alla prevenzione della salute, costituendo uno strumento che consente, di innescare comportamenti vantaggiosi nelle persone che lo richiedono, tale da generare un potenziamento delle abilità di vita….
Tratto dalla Tesi di diploma Counselling Professionista a mediazione corporea (SIAB, 2013-2014, Milano)